In concomitanza con la sistemazione dell’area esterna e in previsione della consacrazione della chiesa, tra il 1772 e il 1778 si costruì la sacrestia, le cui linee erano state indicate da Vittone nel disegno del campanile, e si realizzarono all’interno gli arredi più importanti come l’altare maggiore, datato 1773 e finanziato dalla comunità romana, l’arredo ligneo del coro, il pulpito: anche l’altare e il pulpito erano stati progettati da Vittone ed è presumibile che corrispondano fedelmente ai suoi disegni oggi perduti. Nel 1778 i marmisti di Viggiù Francesco e Francesco Antonio Piodi progettarono e realizzarono la bella balaustra dell’altare maggiore che ha una gemella nella chiesa parrocchiale di Maggiora e in quell’anno si decise anche la collocazione definitiva dell’organo sopra la porta maggiore in difformità dal progetto vittoniano che lo prevedeva sul fianco del presbiterio: dopo un contrastato dibattito tra l’arciprete Giovanni Pietro Anselmi e il Consiglio della Comunità la decisione del vescovo di Novara assecondò le ragioni dell’Anselmi. Sulle pareti del presbiterio e del coro sono presenti quattro grandi affreschi ottocenteschi di Giovanni Avondo raffiguranti la“Visita di Maria a Santa Elisabetta”, lo“Sposalizio della Madonna”,
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l’“Adorazione dei pastori”, e la“Presentazione al tempio”. La chiesa fu consacrata il 12 luglio 1783 dal vescovo di Novara Marco Aurelio Balbis Bertone nel corso della sua seconda visita pastorale a Grignasco, come ricorda la lapide apposta sulla parete destra, sottolineando l’apporto dell’arciprete Tartagliotti nella fase iniziale della costruzione, e quello dei benefattori, della comunità e del popolo grignaschese per il suo completamento.
LA PALA DEL MAZZOLA
Il 5 ottobre 1782 la fabbriceria commissionò al pittore Giuseppe Mazzola di Valduggia il grande quadro dell’Assunta e gli Apostolicome pala dell’altare maggiore. Fu dipinto a Roma negli anni 1784 e 1785 e fu esposto al Pantheon nel maggio di quell’anno; giunse a Grignasco il 16 settembre 1785 e il suo importo fu pagato da Marianna Rossi-Zanoli, figlia di Giovanni Zanoli uno dei più autorevoli rappresentanti della comunità grignaschese emigrata a Roma. Questo passo del contratto stipulato tra il pittore e la fabbriceria illustra i caratteri dell’opera e gli impegni assunti dall’artista:
“…il Sig.r Giuseppe Mazzola figlio del vivente Sig.r Giò Batt.a del Borgo di Valduggia Pittore di formare il quadro di M.V. Assonta al Celo Titolare della nova Chiesa di Grignasco Parocchiale fabrica della
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larghezza ed altezza sì, e come in fatti: in cui vi sia espressa Maria Vergine nella gloriosa sua assonzione con quella quantità di Angioli che possa corrispondere al Mistero e con sotto la figura di tutti quei Apostoli, che verosimilmente vivevano ancora al tempo di tal trionfo, e con almeno tre donne in quell’atteggiamento convenevole, e più proprio alla esaltazione, che si deve dipingere e rappresentare nella miglior maniera possibile tanto per la finezza dei colori, come per la proporzione necessaria alla perfezione di detta rappresentazione. Di provedere a sue spese la tela tutta di un pezzo per detto quadro di quella finezza, e qualità da predetto Sig.r Pittore Mazzola giudicata opportuna alla lodevole perfezione e sussistenza di detto quadro. Farà il possibile di dare detto quadro terminato per il Natale dell’anno futuro mille sette cento ottantatre. Si obbliga a suo rischio di dare sicuro condotto da Roma, ove intende di fare questo quadro sino a Genova ben incassato, e sigillato diffeso con tutta la cautela mediante corrispettivo di zecchini n.° tre per questo solo oggetto, e non altrimenti…”